Basta varcare un cancello, per entrare in un giardino di pietrisco e pace, che anche solo a immaginarlo non ce lo si aspetterebbe mai. In quella che era Cascina Lupetta, realizzata negli anni Venti dell’Ottocento e nel tempo usata come stalla, casa, laboratorio, officina, elettrauto, dalla metà del 2022 si trova LOM Dopolavoro: mentre un po’ più in là c’è uno dei luoghi più identitari di Milano, uno scrigno di visione, cultura e soprattutto serenità, che prova a riportare la città fuori dallo stress.
Stefano Aiesi, bergamasco già visto in città (OttO, Botanical Club, Ceresio 7) e all’estero, ha affiancato lo Studio Borri, a sua volta già impegnato nel progetto LOM, Locanda Officina Monumentale. Nelle mura in mattoni che in un attimo ispirano aria bucolica e quiete, esistono infatti le realtà complementari dell’intero progetto (Dylon, che si impegna in stampe 3D su tessuto, e Berto Salotti, celebre marchio di interni coinvolto anche con il Politecnico di Milano). LOM Dopolavoro, come il nome suggerisce e come Stefano racconta, “doveva essere il luogo dove terminare la giornata, per chi lavora qui”. Ma è diventato molto di più.
Serenità, si diceva: “È principalmente questo. Un luogo appartato, lontano dalle auto e dallo struscio del centro. Non si capita qui per caso, è la destinazione per chi cerca un momento di calma”. Che sia all’esterno, in uno spiazzo con sedute e tavoli in legno che sembra di riposarsi in piena campagna, o ad ammirare l’angolo comunicante tra bancone (carta drink semplice, d’impatto con alcune chicche come uno splendido vermouth e soda) e cucina a vista (menu superbo, interamente vegetale): qui in qualche modo è dove vi sentirete a casa, o magari nella casa che avrete sempre voluto, per quanto è bella, elegante, accogliente.
E per voi che ve lo starete già chiedendo: il neon che invita a dire di no, ha una firma tutta da raccontare. “È la grafia di un bambino di otto anni, l’abbiamo riprodotta uguale. È come ascoltare i piccoli che ci chiedono di rinunciare a qualcosa e stare bene, fare scelte consapevoli, avere attenzione ai dettagli. E prendere decisioni forti”: Stefano e LOM Dopolavoro hanno eseguito mettendo appena trenta referenze in bottigliera, abbattendo sprechi e proteine animali. Magari dopo esservi rilassati qui una sera, penserete a quale sarà la vostra, prossima, decisione forte.
Passeggiare per le strade di Milano può rivelarsi una straordinaria caccia al tesoro. Fondata dai Romani, del cui Impero d’Occidente fu capitale, divenne poi centro culturale ed economico di un certo rilievo nel periodo Rinascimentale. Con il passare dei secoli, le nuove costruzioni si sono sovrapposte alle antiche, come spesso succede nelle città ricche di storia, senza però per fortuna cancellarle del tutto.
Gli ariosi vialoni, o le strette stradine: ogni arteria di Milano potrebbe riservarvi sorprese di incredibile bellezza, se solo saprete dove andare a cercare. I portoni più anonimi potrebbero essere scrigni di ricchezza impensabili, e chiedere il permesso a un custode potrebbe essere un lasciapassare per un viaggio nel passato. A ridosso di chiese e monasteri, all’interno di abitazioni nobiliari, o semplicemente al centro di condomini privati: i cortili e i chiostri di Milano raccontano di vite trascorse, che ancora oggi fanno sognare.
Lo sfarzo di sale affrescate, l’emozione di cortili e portici ad archi, le storie intrise di leggenda che hanno visto famiglie potenti intrecciarsi con sovrani e popolani. Milano fu centro di estrema importanza nel commercio e nella società fin dal MedioEvo, e regnanti e ricchi non persero tempo a costruirsi palazzi che ne dimostrassero l’importanza.
Scoprite allora un itinerario che vi porterà in giro per gli edifici storici, che in passato furono abitati da stirpi di valorosi, spesso poi caduti in rovina; altri ancora sono ancora di proprietà degli eredi, che con più cognomi e più interessi oggi dedicano i propri spazi privati alla valorizzazione della bellezza e del lavoro degli artisti moderni.
Perdetevi nelle immense sale da ballo, arrampicatevi sugli scaloni d’onore, percorrete i corridoi tappezzati per rivivere le atmosfere di tempi che furono, quando la brama di potere e il desiderio di cultura si fondevano in una sola, affascinante e pericolosa energia. E magari potrete chiedervi come sarebbe stato, se a vivere in quei giorni foste stati voi.
Lacrime, apparizioni, guarigioni: l’appiglio per chi crede e non ha null’altro, il dubbio per chi vuole capire di più, quando da capire c’è forse nulla. Miracoli a Milano si sono visti sin dai tempi della sua fondazione, e nel corso dei secoli le storie si sono moltiplicate.
I protagonisti sono stati dei più disparati: operai zoppi, poveri buoi, parroci con il mal di gola. A volte è un atto di speranza, altre la speranza di un atto. E anche per chi proprio non concepisce la possibilità di avvenimenti superiori, magari è una buona idea far visita in questi luoghi. Non si sa mai che si possa cambiare opinione.
Voi magari non ci crederete, ma anche l’inferriata di un balcone può accarezzare e avvolgere lo spirito. Sinuosa, quasi sensuale, una curvacea domanda troppo affascinante forse per poterle rispondere. Lo stile Liberty, l’Art Noveau italiana, vive a Milano dinamico, sulle flessuose rientranze di piante d’acciaio, fiori in ferro battuto e palazzi di cotto opulento.
Tra fine ‘800 e inizio ‘900 Milano assiste a una reale esplosione della nuova corrente artistica, nelle discipline più varie: pittura, scultura, scrittura. Due però sono le dimensioni in cui il Liberty si estrinseca meglio per i vialoni della vecchia Mediolanum: architettura, e contro ogni pronostico, lavorazione del ferro battuto. E ancora oggi facciate e cancelli meritano una passeggiata, mentre se ne stanno là con una sana punta di altezzosità e strepitoso snobismo.
Il nostro itinerario Liberty raccoglie i palazzi e le case più rappresentative. È tutto serenamente visitabile, ma vi consigliamo di perdere qualche quarto d’ora in più semplicemente ad ammirare e passeggiare con calma davanti a ogni facciata. La missione del Liberty era in fondo questa, liberarsi dalle insoddisfazioni di una realtà industriale, per rifugiarsi nella bellezza leggera e in qualche modo profonda. Insomma, state sereni che ogni tanto va bene anche solo guardare e non fare nulla.
Scrittori, musicisti, poeti, artisti. E scultori, filosofi, premi Nobel, letterati. Poi pittori, architetti. Sono tutti transitati almeno una volta nella propria vita a Milano, che ha saputo accoglierli e coccolarli. Qui sono passate le menti più geniali che la storia, italiana e non, ha potuto partorire, nutrendosi della rete sociale che la città ha da sempre favorito e stimolato.
Non sorprendetevi di fronte cose che avrete già sentito, non stupitevi nell’ascoltare storie che non avreste mai immaginato. L’arte, tutta, è così: non si vede, passa attraverso noi stessi e lascia un sorriso di incertezza, come a chiedervi: “Ma davvero si può?”. Certo che si può.
Mentiremmo, se vi dicessimo che da subito siamo stati folgorati dalla bellezza di Milano, una volta trasferiti qui, ognuno per i propri diversi e simili motivi. Non ha di certo il fulgore di altre città italiane e del mondo, quel respirare armonia che riempie gli occhi di cartoline e i polmoni di parole. Milano ha però l’innegabile estetismo del nascosto, una sequela impensabile di angoli e dettagli e storie che ci passano sotto il naso e che noi, esotici, miopi e troppo spesso assuefatti dallo stereotipo del grigiore meneghino, lasciamo scorrere senza apprezzare.